Nell’ultimo anno e mezzo LTF (la società che vorrebbe costruire la Torino-Lione) ha aggiudicato appalti alla Italcoge S.p.A. – poi FALLITA (2/8/2011), – alla Geo.Mont S.r.l. – poi FALLITA (9/11/2011), – alla Martina Service S.r.l. riconducibile alla famiglia Martina (socio unico Cattero Emanuela) moglie di Martina Claudio, titolare con il fratello Roberto della Martina officine meccaniche S.n.c., FALLITA il 6/5/2010, della Martina Italia S.r.l. FALLITA 5/5/2010;
I fratelli Martina, per questi fallimenti, sono stati di recente condannati in primo grado per bancarotta fraudolenta.
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di Maurizio Bongioanni
http://www.fainotizia.it/contributo/02-11-2012/testo/tav-le-ditte-coinvolte-negli-appalti
Ascolta l’intervista a Ivan Cicconi, presidente di Itaca (Istituto per l’Innovazione e Trasparenza degli Appalti e la Compatibilità Ambientale)
Era il 24 settembre del 1970 quando i dipendenti delle Officine Moncenisio di Condove (To) votarono all’unanimità una mozione di rifiuto alla fabbricazione di armi in quanto “lavoro moralmente inaccettabile”. Oggi i tempi sembrano cambiati. L’etica nel lavoro non è più un elemento così importante. Soprattutto in Val di Susa dove le aziende coinvolte nei lavori dell’Alta Velocità hanno dei trascorsi non così trascurabili.
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AL Csoa Zapata Livio Pepino e Marco Revelli presentano il loro ultimo libro: “Non solo un treno…La democrazia alla prova della Val Susa”
ore 21,00 mercoledì 17 ottobre 2102
Tutto è cominciato più di vent’anni fa, in un altro secolo in cuila globalizzazione felice prometteva benessere crescente e illimitato per tutti e per sempre.
Allora si pensò di scavare, in una montagna piena di amianto e di uranio, una galleria di oltre 50 Km., per far correre tra Torino e Lione un treno capace di trasportare una quantità crescente di persone e di merci intempi sempre più ridotti. L’opposizione di una valle, preoccupata della salute propria e dei propri figli, bloccò l’opera e impose rilevanti modifiche del progetto originario.
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…era il 16 marzo 2009… Da terrelibere.org
“Aver drenato e disperso dall`inizio dei lavori la somma complessiva di non meno di 44.933 milioni di metri cubi di acqua nel territorio della Comunità Montana del Mugello`: questo uno dei primi capi di imputazione a carico. Ma c`è di peggio.
Dopo la scomparsa di decine di pozzi e sorgenti, e la morte fisica e biologica di preziosi torrenti appenninici, in alcune aree si ipotizza che si stiano intaccando riserve profonde, acque “di lunga circolazione`. Secondo “L`espresso` del 4 marzo, l´inchiesta sui danni causati dai cantieri Tav era divisa in due filoni principali: quello della contaminazione dei terreni e delle acque per effetto dello smaltimento delle terre e dei fanghi delle lavorazioni in galleria, e quello del drammatico prosciugamento delle sorgenti e dei fiumi del Mugello, una delle regioni più ricche di acqua d´Italia. Secondo le accuse, a causa dei lavori in galleria e della intercettazione «selvaggia» delle acque di falda, si sono seccati 57 km di fiumi, la portata di altri 24 km di corsi d´acqua si è drasticamente ridotta, sono state prosciugate 37 sorgenti e 5 acquedotti.
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di Ivan Cicconi 12 ottobre 2012
Perché una manifestazione nazionale contro una grande impresa? Me lo sono chiesto, perché è una cosa insolita ed è la prima volta che questo accade nel nostro Paese, fuori dal normale confronto contrattuale fra la proprietà ed i dipendenti di una azienda.
Il perché evidenziato nel manifesto di convocazione della manifestazione di domani, 13 ottobre, a Ravenna è stato sintetizzato con la firma degli organizzatori: “Individui e realtà in lotta contro nocività e devastazione dei territori” e con la dichiarazione di una volontà e di un impegno: “Lottiamo per la terra e la libertà“.
Nel mondo delle imprese, ed in quello dei vassalli della finanza e della politica, non sono in pochi a produrre inquinamento e devastazione del territorio.
Perché allora manifestare proprio contro una grande impresa come la CMC?
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di Marco Ponti 09.10.2012 tratto da lavoce.info
Il settore trasporti fornisce una casistica esemplare dell’assoluta mancanza di responsabilità nell’uso delle risorse pubbliche, apparentemente impermeabile alla crisi delle finanze di enti locali e nazionali. A Pisa, una metropolitana leggera automatica in sopraelevata collegherà la stazione ferroviaria all’aeroporto: meno di un chilometro in linea d’area. A Susa, la nuova stazione per l’alta velocità è progettata da un’archistar giapponese, peccato che probabilmente resterà vuota. Il più oneroso, ma meno documentabile è il “terzo valico” tra Milano e Genova.
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Approfondimento del comitato no tav alpignano
Trenitalia continua a chiudere linee ferroviarie, centinaia e centinaia di km di binari, stazioni e infrastrutture abbandonati nei rovi, persi migliaia di passeggeri che dovranno ripiegare su autobus o peggior ancora alle proprie auto.
L’ultima chiusura riguarda la stazione di Avellino posta sulla linea Avellino-Benevento e Avellino-Salerno (capoluoghi di provincia) settembre 2012 Avellino e l’intera sua provincia non è più servita dalla ferrovia…
di seguito il dettaglio :
Piemonte: chiuse 11 linee a giugno 2012 (6000 viaggiatori), di cui due con la motivazione di una galleria pericolante e le restanti con motivazioni economiche. Servizi sostitutivi con bus in capo alle Province (non compaiono più nell’orario Trenitalia). Risparmio di 15 milioni pari allo 0,09% del Bilancio regionale.
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