LA TRUFFA TAV SECONDO LA CORTE DEI CONTI.
10 Novembre 2009
La truffa TAV secondo la Corte dei Conti. Sintesi delle irregolarità riscontrate.
Scarica il documento in sintesi a cura di Ambientevalsusa. Link per i documenti originali.
IN VALPOLCEVERA DOVREMO SUBIRE GLI STESSI DANNI DEL MUGELLO?
ARRICCHIREMO ANCHE NOI I SOLITI NOTI?
TAV: SINTESI DELLE IRREGOLARITA’ RISCONTRATE DALLA CORTE CONTI
a cura di http://www.ambientevalsusa.it/
La Sezione centrale di controllo Corte dei Conti ha effettuato un controllo sulla gestione dei debiti accollati al bilancio dello Stato contratti da FF.SS., RFI, TAV e ISPA per infrastrutture ferroviarie e per la realizzazione del sistema “Alta velocità.
Le risultanze sono sintetizzabili in 10 punti:
1) L’analisi critica della Corte si sofferma sul mancato rapporto tra l’entità e la durata degli investimenti e quelle dei beni acquisiti attraverso il pertinente indebitamento. Non di rado la lunghezza dei debiti collide con i tempi di obsolescenza dei beni acquisiti.
2) Il meccanismo studiato e realizzato non risponde ai canoni di ragionevolezza ed economicità.
3) I contratti si basavano su stime di flussi e di ritorni economici dell’opera non solo aleatori, ma anche irrealistici e sostanzialmente inesistenti.
4) Contemporaneamente si è verificata una rilevante sottostima dei costi dell’opera.
5) La Corte dei Conti ha verificato che chi assume le decisioni non ne porta le responsabilità e chi eredita le responsabilità, non ha competenze né in materia istruttoria, né di vigilanza ed ingerenza.
Manca un’azione costante di verifica sull’operato dei manager pubblici, dai quali si ereditano gli effetti delle decisioni, con il risultato che gravi errori da questi commessi non vengono valutati sotto il profilo di una ipotetica responsabilità sociale.
6) Quel che è più grave, queste operazioni pregiudicano l’equità intergenerazionale, caricando in modo sproporzionato su generazioni future (si arriva in alcuni casi al 2060) ipotetici vantaggi goduti da quelle attuali.
Sotto questo profilo la vicenda in esame è paradigmatica delle patologiche tendenze – della finanza pubblica – a scaricare sulle generazioni future oneri relativi ad investimenti, la cui eventuale utilità è beneficiata soltanto da chi li pone in essere, accrescendo il debito pubblico, in contrasto con i canoni comunitari.
7) In passato sono state operate scelte senza che fossero garantiti dibattito pubblico e confronto trasparente fra opzioni, costi e benefìci, accompagnate dall’uso disinvolto di scorciatoie procedurali, in contesti che appaiono oggi palesemente inquinati.
8) La Corte sottolinea, altresì, l’esigenza di un raccordo trasparente tra le scritture patrimoniali dello Stato e delle Società partecipate, al fine di evitare la dispersione improduttiva di consistenti risorse pubbliche.
9) Le istruttorie dovrebbero essere caratterizzate da un preventivo studio delle alternative possibili, delle tecniche di valutazione adottate per le scelte effettuate, dei risultati attesi e dei possibili margini di scostamento e non apodittiche o ripetitive di tessuti normativi criptici.
10) Nella fondamentale prospettiva dell’equità intergenerazionale, in base alla quale i soggetti che beneficiano dell’investimento dovrebbero essere anche quelli chiamati a ripagarne i correlati debiti, la Corte raccomanda che la scelta delle modalità degli investimenti sia ispirata ai principi–guida dell’efficacia dell’efficienza,
In parte detti debiti riguardano investimenti relativi alla rete tradizionale, in parte afferiscono alla operazione Alta Velocità e sono conseguenti all’abbandono precoce del project finance, promosso dalla ormai disciolta Società Infrastrutture.2002.
L’analisi della Corte ha messo in evidenza come sia stata posta in essere una sorta di cosmesi contabile al bilancio FF.SS., accollando all’Erario una consistente tranche del debito della holding, al fine di migliorarne indirettamente il conto economico.
Elementi di forte rischio emergono dai rapporti negoziali attivi e soprattutto passivi ereditati dallo Stato poichè complesse clausole finanziarie penalizzano spesso la parte pubblica.
Le risultanze sono sintetizzabili in 10 punti:
1) L’analisi critica della Corte si sofferma sul mancato rapporto tra l’entità e la durata degli investimenti e quelle dei beni acquisiti attraverso il pertinente indebitamento. Non di rado la lunghezza dei debiti collide con i tempi di obsolescenza dei beni acquisiti.
2) Il meccanismo studiato e realizzato non risponde ai canoni di ragionevolezza ed economicità.
3) I contratti si basavano su stime di flussi e di ritorni economici dell’opera non solo aleatori, ma anche irrealistici e sostanzialmente inesistenti.
4) Contemporaneamente si è verificata una rilevante sottostima dei costi dell’opera.
5) La Corte dei Conti ha verificato che chi assume le decisioni non ne porta le responsabilità e chi eredita le responsabilità, non ha competenze né in materia istruttoria, né di vigilanza ed ingerenza.
Manca un’azione costante di verifica sull’operato dei manager pubblici, dai quali si ereditano gli effetti delle decisioni, con il risultato che gravi errori da questi commessi non vengono valutati sotto il profilo di una ipotetica responsabilità sociale.
6) Quel che è più grave, queste operazioni pregiudicano l’equità intergenerazionale, caricando in modo sproporzionato su generazioni future (si arriva in alcuni casi al 2060) ipotetici vantaggi goduti da quelle attuali.
Sotto questo profilo la vicenda in esame è paradigmatica delle patologiche tendenze – della finanza pubblica – a scaricare sulle generazioni future oneri relativi ad investimenti, la cui eventuale utilità è beneficiata soltanto da chi li pone in essere, accrescendo il debito pubblico, in contrasto con i canoni comunitari.
7) In passato sono state operate scelte senza che fossero garantiti dibattito pubblico e confronto trasparente fra opzioni, costi e benefìci, accompagnate dall’uso disinvolto di scorciatoie procedurali, in contesti che appaiono oggi palesemente inquinati.
8) La Corte sottolinea, altresì, l’esigenza di un raccordo trasparente tra le scritture patrimoniali dello Stato e delle Società partecipate, al fine di evitare la dispersione improduttiva di consistenti risorse pubbliche.
9) Le istruttorie dovrebbero essere caratterizzate da un preventivo studio delle alternative possibili, delle tecniche di valutazione adottate per le scelte effettuate, dei risultati attesi e dei possibili margini di scostamento e non apodittiche o ripetitive di tessuti normativi criptici.
10) Nella fondamentale prospettiva dell’equità intergenerazionale, in base alla quale i soggetti che beneficiano dell’investimento dovrebbero essere anche quelli chiamati a ripagarne i correlati debiti, la Corte raccomanda che la scelta delle modalità degli investimenti sia ispirata ai principi–guida dell’efficacia dell’efficienza,
In parte detti debiti riguardano investimenti relativi alla rete tradizionale, in parte afferiscono alla operazione Alta Velocità e sono conseguenti all’abbandono precoce del project finance, promosso dalla ormai disciolta Società Infrastrutture.2002.
L’analisi della Corte ha messo in evidenza come sia stata posta in essere una sorta di cosmesi contabile al bilancio FF.SS., accollando all’Erario una consistente tranche del debito della holding, al fine di migliorarne indirettamente il conto economico.
Elementi di forte rischio emergono dai rapporti negoziali attivi e soprattutto passivi ereditati dallo Stato poichè complesse clausole finanziarie penalizzano spesso la parte pubblica.